Skip to content

Recovery, in Italia destinato solo lo 0,5% al 5G. Vodafone Institute: “Per 3 italiani su 4 è prioritario”

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Articolo del Messaggero

 

La digitalizzazione è strategica, ma in Italia i fondi per il 5G non vanno oltre lo 0,5% dei 209 miliardi del Recovery fund. È l’allarme lanciato dalle tlc italiane a proposito dei fondi stanziati per la ripresa post Covid. Cresce anche la consapevolezza degli italiani in merito all’importanza della connesione. Lo dice una ricerca del Vodafone Institute, il think tank di Vodafone che esplora il potenziale delle tecnologie digitali per la partecipazione sociale e un migliore accesso all’istruzione. Lo studio ha voluto analizzare la percezione delle urgenze da un punto di vista europeo, e soprattutto italiano. Emerge che la conoscenza delle persone sul tema è ampia (l’80% degli europei ne è a conoscenza e tra gli italiani il livello si alza al 90%), il 70% degli intervistati pensa che il Recovery and Resilience Facility (Rrf) dell’Unione europea sia un modo efficace per aiutare i paesi a gestire la loro ripresa.

Recovery Plan, sanità e digitale le priorità per gli italiani

Il Pnrr
ll Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha dimostrato che la digitalizzazione è fondamentale perchè abilita gli altri assi strategici (transizione ecologica e inclusione sociale), che dovranno guidare l’azione di rilancio del Paese ma, fanno notare gli operatori di telecomunicazioni (tlc) ai piani per il 5G sembra sia stato destinato appena lo 0,5% delle risorse complessive. Gli iniziali 11 miliardi destinati al digitale quando erano iniziate le discussioni a inizio estate, riferiscono fonti che hanno avuto modo di leggere le bozze, a dicembre si sono ridotti a 5/6 miliardi e negli ultimi mesi sarebbero stati addirittura tagliati a 3,3 miliardi, solo 2,2 per banda ultralarga e 5G, quindi ragionevolmente solo 1 miliardo per il 5G. Una cifra assolutamente insufficiente, sostengono gli operatori, complessivamente per le infrastrutture digitali servirebbero almeno 10 miliardi secondo i calcoli di Asstel, perchè senza infrastrutture digitali non c’è digitalizzazione.

Il trend europeo

La Germania ha previsto un investimento di circa 6 miliardi di euro per garantire, entro il 2025, il massimo sviluppo del 5G, in particolare nelle aree interne e rurali. Anche la Spagna, a dicembre 2020, ha presentato un piano di oltre 4 miliardi e l’Italia, fanno notare gli operatori di tlc, dovrebbe allocare almeno altrettanto. I cittadini percepiscono questa urgenza come emerge dall’indagine condotta da Kantar per il Vodafone Institute su 15mila persone in 15 Stati. Quasi tutti concordano, il programma dovrebbe impattare in maniera più urgente il settore sanitario, creare opportunità per le piccole imprese colpite dalla pandemia e creare nuovi posti di lavoro o salvare quelli esistenti. Ma tra gli aspetti importanti per la ripresa emerge in particolare il digitale: più di tre persone su quattro ritengono che i servizi pubblici digitali (80%), le competenze digitali (78%) e l’accesso a Internet a banda larga (77%) siano aspetti importanti per la ripresa dell’Europa. Il 75% mette in testa la digitalizzazione della pubblica amministrazione (75%), poi le skill (74%) e sullo stesso piano la connettività (73%).

I numeri
Il piano prevede ben 672,5 miliardi, di cui 209 assegnati all’Italia. Sulla gestione di questi soldi, però, l’opinione pubblica rimane scettica: sembra infatti che solo 1 su 3 degli italiani intervistati ritiene che il denaro stanziato raggiungerà le aree promesse. «Il sondaggio Digitising Europe Pulse – rivela Inger Paus, direttore del Vodafone Institute – sottolinea che i cittadini guardano ai loro governi nazionali per risolvere la grave crisi sanitaria ed economica e dimostra il valore che attribuiscono alla connettività». Il gruppo guidato da Nick Read, come ha ricordato il ceo del gruppo in occasione dei conti, durante la pandemia ha mantenuto connesse le comunità e sostenuto settori chiave come l’istruzione e la sanità.

Vodafone intende proseguire nel farlo ma, come spiega Joakim Reiter, direttore External Affairs del Gruppo Vodafone e presidente del Vodafone Institute «non possiamo farlo da soli e siamo pronti a collaborare con la Commissione Europea e i governi locali per costruire una società digitale veramente inclusiva e sostenibile per tutti gli europei». È il momento di accelerare e se le imprese – come emerge dai bilanci dell’intero settore tlc – non hanno i margini per stravolgere i loro piani di investimento è indispensabile l’aiuto delle risorse pubbliche.

Potrebbe interessarti anche...

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *