I profitti netti salgono a 573 milioni di euro e quelli operativi a 880 milioni di euro. Battute le stime degli analisti. Compensata la contrazione dei ricavi nel Paese asiatico dove l’azienda sconta le conseguenze della Trade war tra Pechino e Washington
Margini in crescita per Ericsson nonostante gli effetti negativi sui ricavi nel Far east determinati dalla guerra commerciale tra Pechino e Washington. Le buone performance di vendita di apparecchiature 5G a livello globale hanno compensato la perdita di quote di mercato nella Cina continentale, generando risultati nel complesso positivi nel terzo trimestre dell’anno. L’utile netto è dunque salito a circa 5,8 miliardi di corone svedesi (circa 573 milioni di euro), per un fatturato di 56,3 miliardi (-2%) di corone e l’utile operativo a 8,8 miliardi (880 milioni di euro) da 8,6 miliardi di un anno fa, superando le previsioni degli analisti, che si attestavano sui 7,85 miliardi di corone.
Sul fronte delle installazioni per le infrastrutture di rete, sia Ericsson sia il competitor Nokia hanno beneficiato del ban imposto a Huawei in diversi paesi, mentre la reazione di Pechino a questo divieto ha comportato una perdita di contratti per la società svedese in Cina, dove le vendite hanno rappresentato solo il 3% dei ricavi, rispetto al 10-11% del terzo trimestre del 2020, secondo quanto affermato dal Chief Financial Officer Carl Mellander. “Come conseguenza della ridotta quota di mercato nella Cina continentale, stiamo pianificando di ridimensionare la nostra organizzazione di vendita e distribuzione nel Paese, a partire dal quarto trimestre”, ha dichiarato l’amministratore delegato Borje Ekholm in una nota.
L’analisi di Ekholm
“Continuiamo a conquistare terreno in tutta la nostra attività sfruttando un portafoglio 5G competitivo. I contratti 5G ora assegnati da tutti e tre i vettori statunitensi di livello 1 sono i più grandi nella storia di Ericsson. Il margine lordo si è ulteriormente rafforzato, sia sequenzialmente che anno su anno, raggiungendo il 44,0% (43,2%). Il margine Ebit ha raggiunto il 15,7% e il free cash flow prima delle fusioni e acquisizioni era di 13 miliardi di corone. Attraverso misure continue per la resilienza della catena di approvvigionamento globale, abbiamo evitato l’impatto sui clienti durante la prima metà dell’anno. Tuttavia, alla fine del terzo trimestre abbiamo visto un certo impatto sulle vendite a causa di disturbi nella catena di approvvigionamento e tali problemi continueranno a rappresentare un rischio. Sebbene abbiamo continuato a guadagnare quote in un mercato in crescita, la prevista riduzione delle vendite nella Cina continentale, le vendite variabili inferiori nei servizi gestiti e alcuni disturbi della catena di approvvigionamento, hanno portato a uno sviluppo organico negativo delle vendite dell’1%”.
Ekholm ha poi rimarcato che le vendite dei servizi digitali sono cresciute dell’1%, sempre al netto del calo nel Far East. Escludendo i risultati nella Cina continentale, infatti, le revenue generate dal comparto sono aumentate del 6% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “Stiamo iniziando a vedere i ricavi iniziali dai contratti 5G, che guidano la crescita nel nostro core business. Il margine lordo è stato del 42,3% (43,5%), influenzato principalmente dai costi di implementazione iniziale nei progetti 5G Core nativi del cloud. Continuiamo ad aumentare i nostri investimenti in ricerca e sviluppo nel portafoglio 5G, inclusi Core e orchestrazione, rafforzando ulteriormente la nostra posizione competitiva. Con l’aumento delle vendite in combinazione con una quota maggiore delle vendite di software, prevediamo che la redditività migliorerà gradualmente e nel tempo supererà il nostro obiettivo originale di margine Ebit del 10%-12%”.
Articolo a cura di Domenico Aliperto, CORCOM
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