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5G: tra complotti e regole stringenti, Italia perde terreno

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Articolo di Angelo Falcone, Management Cue

Lo sapevate che siamo in vantaggio in Europa? Secondo il rapporto rilasciato dalla società di consulenza Incites, dal titolo “Europe 5G Readiness Index Assessing Europe’s readiness to deploy and adopt 5G“, l’Italia è al 20° posto su 39 totali, per quanto riguarda il grado di sviluppo e la predisposizione del Paese considerato per il supporto delle reti 5G.

Ciò che fa perdere punti al nostro Paese è il quadro regolatorio e delle policy, che risulta essere troppo stringente (considerando solo questo indicatore, ci troveremmo al 33° posto / 39), mentre ciò che ci rende forti è l’indicatore su tecnologia e infrastrutture. In particolare, considerando solo questo indicatore, ci troveremmo addirittura al 2° posto, preceduti soltanto dalla Spagna.
Complotti e COVID contro il 5G

Ne abbiamo sentite (e ve le abbiamo raccontate) di tutti i colori sulle reti 5G. Complotti che sono partiti già prima che scoppiasse l’epidemia causata dal coronavirus, ma che in quest’ultima hanno trovato “l’anima gemella” per diffondersi sempre di più, a tal punto da creare delle vere e proprie community e causare danni fisici alle infrastrutture, vedi l’esempio delle antenne bruciate. Addirittura, ci sono state persone ricoprenti un ruolo legato all’amministrazione pubblica che hanno mostrato (ingiustificate, ndr) preoccupazioni per la salute dei cittadini proprio in merito a installazioni di antenne 5G nel territorio da questi governato.

La più recente teoria riguarda il fatto che i sintomi di COVID-19 e la conseguente morte siano causati dalle onde emanate dal 5G, definita “Teoria del Dottor Cowan” di cui vi hanno parlato i colleghi di Systems CuE in questo articolo. Gli stessi colleghi, come tutti noi di Close-up Engineering, hanno fatto chiarezza su quale sia la reale possibilità che il 5G sia dannoso e, inoltre, su come le reti 5G possano essere d’aiuto contro il COVID-19.

Classifica 5G, Regole Stringenti e Competenze Digitali

La classifica stilata nel report 5G di Incites deriva da una serie di punteggi, ben chiari e visibili all’interno della stessa. Nel complesso, il 20° posto dell’Italia è dato da:

Infrastruttura e Tecnologia: 71,60 Punti – 2° Posto
Regole e Policy: 35,83 Punti – 33° Posto
Livello di Innovazione: 36,75 Punti – 26° Posto
Capitale Umano: 52,32 Punti – 27° Posto
Profilo del Paese: 76,05 Punti – 17° Posto
Domanda: 49,05 Punti – 21° Posto
Totale: 53,01 Punti – 20° Posto

Di conseguenza, i punti forti sono “Infrastruttura e Tecnologia”, “Profilo del Paese” e “Domanda”. Ottimo e confortante il fatto che in Italia ci sia voglia di tecnologia, un alto livello di domanda per servigi digitali, reti mobili ultraveloci e fibra ottica (FTTC – FTTH) rappresenta una forte volontà di proiettarsi nel futuro.

Dove dobbiamo migliorare invece è nelle innovazioni, nel capitale umano ma soprattutto nelle regole e policy che governano la situazione relativa al 5G. Purtroppo sono voci negative che non ci sorprendono. Che non siamo uno degli Stati più innovativi in Europa (e nel mondo) non è certo una novità che osserviamo da questo report, come non lo è nemmeno la questione sul capitale umano, in quanto non siamo uno dei Paesi con cittadini che godono di alta formazione digitale, come evince anche da un Report ISTAT.

Sulla questione regole, tutti gli operatori telefonici stanno chiedendo uno snellimento delle regole per la realizzazione di Fibra e 5G, nel report si legge: “Le nuove tecnologie hanno bisogno di forze ben definite a sostegno da parte del governo e del mondo del business per creare un ambiente produttivo favorevole, e la mancanza di questi fattori rischia di diventare un serio limite. Questo è il caso di paesi come Spagna, Italia e Francia, ad esempio, che guidano la classifica in termini di progetti pilota ma che sono indietro nella classifica generale per le carenze registrate in altri settori di forte impatto”.

Inoltre, ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) si sta impegnando per far capire ai sindaci contrari alle reti 5G, che quest’ultime sono un bene di pubblica utilità e che l’installazione delle stesse deve essere favorita all’interno di ogni comune del nostro Paese.

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