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Visto il crescente sentimento anti-5G, l’Italia ha forse bisogno di un nuovo Rinascimento?

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Articolo di Redazione, Il Fatto Nisseno

Il 5G, ovvero le tecnologie di quinta generazione con velocità e prestazioni superiori al 4G, ha da sempre diviso l’opinione pubblica italiana, facendo emergere opinioni tra loro discordanti. Il dibattito però è stato aggiornato alle nuove vicende degli ultimi giorni, in modo particolare con riguardo al manifesto firmato dai rappresentanti del settore delle telecomunicazioni.

Gli 11 firmatari, tra cui istituti specializzati, fondazioni e centri economici, evidenziano la necessità di una presa di posizione da parte del governo coll’obbiettivo di creare una rete 5G potente e permanente. Influenzati anche dal periodo di quarantena forzato, molti fanno leva sui maggiori benefici di questa connessione, come una maggiore velocità nel download, la trasmissione immediata di grandi quantità di dati, la drastica riduzione del buffering e tanti altri ancora.

Durante questo periodo di emergenza, tantissimi italiani si sono rivolti allo smart working, alla didattica a distanza, oltre che all’intrattenimento online. Inutile dire che tutte queste attività necessitano di una connessione stabile e performante, che permetta un trasferimento immediato delle informazioni e dei dati.

I rappresentanti del settore hanno infatti evidenziato la carenza strutturale nel nostro paese, in cui manca soprattutto un’idonea copertura territoriale. Il problema della connettività in Italia è stato preso in considerazione anche dalla relazione DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) che ci ha collocati al 25esimo posto per il progresso digitale, superiori soltanto a pochi stati dell’Est.

Ma non è tutto, il 5G ha il potenziale di influenzare notevolmente ogni aspetto della nostra vita, dai servizi pubblici, alla medicina, all’agricoltura e persino ai trasporti pubblici. Si tratterebbe di un miglioramento globale che avrebbe notevoli benefici anche nei confronti dell’economia, oltre che sulla nostra vita quotidiana.

Per fare alcuni esempi, basta ricordare le persone che vivono in zone remote e che spesso non riescono ad avere il segnale sul proprio cellulare, il tutto migliorabile con il posizionamento di qualche antenna in più. In gravi momenti di crisi sanitaria, il 5G potrebbe facilitare l’assistenza medica a distanza oppure favorire il coordinamento tra ambulanze e forze dell’ordine.

Una buona connessione ha ripercussioni persino sul traffico, potendo diminuire drasticamente i tempi d’attesa, soprattutto quando non ci sono macchine in arrivo dalle corsie opposte. Le grandi città infatti, implementando la propria rete di comunicazioni, potrebbero apportare grandi cambiamenti alla viabilità e non solo.

I vantaggi sono riscontrabili anche nel campo delle industrie, poiché l’affidamento alla forza meccanica e tecnologica, non può che migliorare la potenza produttiva. Un esempio pratico sono le grandi industrie tessili o automobilistiche che già fanno uso di macchine per implementare l’attività.

Persino gli agricoltori potrebbero affidarsi a dispositivi, che tramite la connessione ad Internet, trasmettono dati in tempo reale sul proprio raccolto. L’utilizzo di telecamere, sensori o droni sembra essere il futuro migliore per la coltivazione e la velocizzazione del settore alimentare.

E allora perché non ci siamo mossi prima?

Considerati l’insieme di vantaggi appena accennati, sembra quasi irreale che il nostro paese non abbia fatto un investimento simile prima. Eppure, la ragione sta proprio nell’opposizione che argomenta le sue idee con paure infondate e teorie complottiste. Un esempio di queste bufale, popolare tra le stesse persone che credono nelle folli teorie sui vaccini o il “deep state”, è l’idea che il 5G avrebbe delle gravi ripercussioni sulla salute, facendo insorgere gravi patologie oltre che aver contribuito alla diffusione del coronavirus.

Ma non vi sono prove in merito! Ad oggi, non esiste uno studio scientifico che accerti che i limiti imposti legalmente dall’Unione Europea e dall’Italia siano dannosi per la nostra salute. Ancor di più, le onde elettromagnetiche utilizzate dal 5G hanno un’intensità davvero bassa, che non può in alcun modo influire sui tessuti biologici.

L’allarmismo creatosi in questi ultimi anni non trova alcun fondamento scientifico e sembra essere mosso da attivisti o persone che non vogliono vivere nelle vicinanze delle antenne. Questi attivisti non solo organizzano manifestazioni contro il 5G, ma alcune persone hanno anche bruciato antenne telefoniche, un atto vandalistico che ha lasciato molte persone senza telefono o Internet in piena pandemia. Ci sembra quasi di rivivere momenti storici in cui il progresso viene bloccato dall’irrazionalità di massa.

Come dimenticare l’età del Rinascimento e la spinta verso la ragione, mentre in tanti luoghi si dava ancora la caccia alle streghe, bruciando al rogo persone per accuse infondate. Emblematico anche il primo momento di lancio dei cellulari e la paura collettiva che possano essere dannosi per la salute.

Anche allora, come oggi, vi erano tante voci discordanti sul progresso che però sono state ammutolite dall’utilità pratica che ne abbiamo ricavato. Non vi è dubbio sugli effetti positivi riscontrati grazie all’evoluzione tecnologica, tanto che ci hanno cambiato in meglio anche come società. Un rimedio all’opposizione all’avanzamento è sicuramente l’educazione e la diffusione di informazioni corrette.

Basterebbe infatti accogliere a braccia aperte le innovazioni di questo secolo, muovendoci verso il futuro come tanti altri paesi del mondo. È proprio per evitare che il territorio ricada in un’altra epoca oscura, che l’Italia dovrebbe investire e promuovere la competenza digitale e l’educazione, abbandonando una volta e per tutte le superstizioni ed il sentito dire.

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