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Contro gli stregoni del No 5G: “Affermazioni infondate e complottistiche, le aree del Paese già sottosviluppate rischiano di collassare”

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Articolo di Beatrice Raso, Meteoweb

Il “movimento Stop 5G ostacola, spesso con il supporto incomprensibile delle amministrazioni locali, l’installazione delle infrastrutture per la rete mobile digitale 5G” opponendosi a “decisioni che hanno un valore strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese”, afferma Federico Ronchetti.

No Tav, No Vax, No 5G. La società pullula di opposizioni alle ultime tecnologie, innovazioni o progressi, spesso senza motivazioni e conoscenze valide. Senza dubbio, l’ultima opposizione che sta prendendo sempre più piede è quella al 5G. Nel mondo si susseguono le notizie di ripetitori incendiati, di proteste, di gruppi creati in rete per convincere le persone degli effetti negativi di questa tecnologia e c’è chi la associa persino all’infezione del nuovo coronavirus.

In un articolo per Il Foglio, Federico Ronchetti, dottore di ricerca presso l’Istituto nazionale di fisica nucleare, spiega questo atteggiamento da parte della società. Il suo pensiero può essere riassunto nella frase: “C’è ancora chi tenta di leggere la complessità del reale con gli strumenti del pensiero magico e non con quelli del metodo scientifico”. Ronchetti cita Friedrich Nietzsche, grande filosofo tedesco, secondo cui “il nemico della verità non è la menzogna ma la convinzione” e anche Arthur C. Clarke, scrittore di fantascienza ma anche fisico-matematico, secondo cui “qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.

“Fronti antisistema come No Tav e No Vax, già attivi da diversi anni, rappresentano il fallimento pratico della società italiana nel formare cittadini-elettori in grado di applicare i principi di base della logica induttivo-deduttiva tipici del pensiero strutturato”, scrive Rocchetti. Un esempio è il “movimento Stop 5G, che ostacola, spesso con il supporto incomprensibile delle amministrazioni locali, l’installazione delle infrastrutture per la rete mobile digitale 5G” con una “opposizione ad alcune decisioni che hanno un valore strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese”.

“Evoluzione del 4G, il 5G è più un protocollo software che una “nuova tecnologia” e permette un aumento delle prestazioni della rete mobile grazie a latenze minori ed ottimizzabili con tecniche di partizione della banda (slicing) e trasferimento dati fino a 20 GB/s in download. Molte stazioni radio-base 4G di ultima generazione possono essere upgradate al 5G mediante un aggiornamento software. L’opposizione al 5G in quanto “nuova e potenzialmente pericolosa tecnologia” era già in essere prima della pandemia perché, anche se infondate per ogni uso in circostanze normale e ragionevoli, le preoccupazioni per gli effetti fisiologici delle onde elettromagnetiche rappresentano una costante da decenni. Tuttavia è innegabile che la pandemia abbia svolto un ruolo di catalizzatore di queste paure proprio in quegli strati della popolazione che sarebbero invece più avvantaggiati dall’avere collegamenti digitali veloci e stabili in aree bianche, rurali o spopolate”, spiega Rocchetti.

“Colmare il cosiddetto digital divide usando tecnologie versatili come il 5G consentirà varie forme di telelavoro e servizi digitali. Le telecomunicazioni giocheranno un ruolo sempre più essenziale per la tenuta sociale e lo sviluppo in un Paese che probabilmente dovrà continuare a praticare il distanziamento fisico proprio a causa del post pandemia. È ovvio che didattica, medicina, servizi saranno sempre più virtuali, quindi le aree del Paese che già oggi sono sottosviluppate rischiano semplicemente di essere tagliate fuori e collassare se non vengono connesse. A causa dell’incapacità di applicare il principio di causa ed effetto, sono proprio le persone che più beneficerebbero di una certa opzione a schierarsi fortemente contro quell’opzione. Nel caso delle telecomunicazioni, il fenomeno sta prendendo addirittura la forma di una sorta di “Alleanza contro il 5G” che annovera al momento circa 500 sindaci, anche di città medio-grandi del Nord e del Sud. Queste amministrazioni emanano delibere, create in serie con un copia-e-incolla di affermazioni infondate e complottistiche, che mirano a bloccare l’installazione di impianti con tecnologia 5G”, analizza Rocchetti.

“Le motivazioni dell’opposizione al 5G sono varie e fantasiose: le più strampalate associano la comparsa del SARS-CoV-2 (ovviamente creato in laboratorio) con la necessità di installare surrettiziamente gli impianti 5G in giro per il mondo (epicentro del complotto sarebbe la città di Wuhan), fino alle più classiche preoccupazioni sull’uso delle frequenze nel campo delle microonde che sarebbero in grado di cuocere il cervello delle persone e far strage di uccelli e insetti. Come nota di colore, ma non troppo, è facile trovare sul Web vecchi articoli dal tono allarmistico riguardanti anche i primi tv a colori a tubo catodico, i piani di cottura a induzione e le auto elettriche ibride e plug-in (i motori elettrici emettono microonde) la cui circolazione andrebbe soggetta a blocco se i sindaci che aderiscono al movimento Stop 5G fossero davvero coerenti con l’applicazione del cosiddetto “principio di precauzione” invocato per giustificare ordinanze e delibere”, conclude Rocchetti.

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