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L’agricoltura di precisione riparte dal 5G

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Articolo di Tommaso Cinquemani, Agronotizie

 

A Matera si è concluso il progetto di ricerca legato all’impiego della tecnologia 5G per l’implementazione dell’agricoltura di precisione. Ecco i risultati.

Nel 2018 è partita una sperimentazione a livello nazionale per testare le potenzialità della tecnologia 5G nei diversi ambiti di applicazione, dal turismo alla logistica, passando per l’automotive e anche l’agricoltura di precisione. Sono state cinque le città coinvolte (Milano, Bari, L’Aquila, Prato e Matera), ma solo quest’ultima ha deciso di testare la nuova rete di telefonia mobile in ambito agricolo.

Il progetto, promosso dal Mise e finanziato da Tim, ha visto anche la partecipazione di aziende ed enti di ricerca quali Cnr, Digimat Spa e Topcon Italia. “Abbiamo prima di tutto sfruttato la rete 5G per migliorare le performance della guida automatica delle trattrici”, spiega ad AgroNotizie Paola D’Antonio, docente presso l’Università degli studi della Basilicata. “Grazie alla bassa latenza, il tempo cioè che trascorre tra la generazione e la ricezione del dato, è stato possibile migliorare sensibilmente la precisione della guida satellitare dei trattori”.

La rete 5G è stata poi applicata anche alla fertilizzazione a rateo variabile. È stato impiegato uno spandiconcime Kverneland con larghezza di lavoro pari a 36 metri e gestione delle sezioni di 2 metri ciascuna. Lo spandiconcime ha distribuito in maniera corretta il prodotto in campo, secondo le indicazioni della mappa, giovandosi dell’estrema precisione di guida resa possibile dalla velocità e affidabilità della rete 5G.

Infine nei campi coltivati a grano duro intorno a Matera hanno preso il volo anche i droni che, equipaggiati con sensori multispettrali, hanno registrato la vigoria dei campi. Le informazioni sono state poi impiegate per la realizzazione di mappe di concimazione. Tutti i dati sono stati trasmessi in tempo reale proprio grazie al 5G.

Il 30 giugno scorso le antenne sperimentali sono state spente e il progetto ha avuto termine. Si aspetta ora che questo genere di tecnologia sia disponibile a livello commerciale su scala nazionale in modo che le aziende possano sviluppare servizi dedicati all’agricoltura che si basano sul 5G.

A questo proposito è interessante la sperimentazione che è stata condotta in Inghilterra nell’ambito del progetto Hands free hectare, che prevedeva la coltivazione di un ettaro di orzo in maniera autonoma da parte delle macchine. Con l’avvento del 5G, avevano pronosticato i ricercatori ad AgroNotzie durante un evento a Londra, sarà possibile immaginare una campagna in cui i mezzi si muoveranno da soli, guidati dal satellite e l’operatore avrà il compito di sorvegliare le operazioni di più cantieri di lavoro, stando seduto comodamente nel proprio ufficio.

Ufficio che sembrerà più una sala di controllo, in cui si avrà contezza di tutte le operazioni che le macchine stanno svolgendo in maniera autonoma. E il tutto sarà reso possibile grazie ad una trasmissione in tempo quasi reale del dato dal campo alla fattoria.

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