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Quali sono i paesi in Europa che guadagnano di più dal 5G

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Articolo di Antonio Dini, Wired

 

Avanti Germania, Francia e Gran Bretagna. Mentre l’Italia, che pure è avanti con la rete, rischia di pagare gli ostacoli burocratici. Ed ecco i 4 settori che beneficeranno di più.

Ora che anche Apple ha lanciato i suoi iPhone 12 con 5G non manca più nessuno tra i produttori di terminali e la festa, per così dire, può cominciare. Già, ma che festa sarà? Perché la telefonia mobile di quinta generazione promette grandi cambiamenti ma quali sono i casi d’uso che rilevano di più in Europa, considerando anche le priorità politiche della Ue (leggi: privacy) e quelle industriali? Quali benefici? Quali rischi?

Se lo sono chiesto Ericsson e Qualcomm, che hanno commissionato uno studio alla società specializzata Analysys Mason. Secondo la ricerca l’Europa, a fronte di investimenti stimati nell’ordine di grandezza dei 50 miliardi di euro (con solo 20 milioni di finanziamento pubblico), dal 5G vedrebbe un ritorno di più di 210 miliardi, cioè un rapporto benefici-costi pari a 4,5 volte. Ci sono in particolare quattro aree nelle quali il 5G avrà in Europa un impatto notevole.

Agricoltura smart
Il settore che meno ci si aspetterebbe possa essere beneficiato da una tecnologia di telecomunicazione senza fili è quello dell’agricoltura. Eppure, con l’uso del 5G fixed wireless access (Fwa) sarà possibile ridurre il divario digitale rurale e aumentare l’inclusione invertendo il velocissimo declino della popolazione nelle aree di campagne. Questo riduce il bisogno di spostamenti e consente l’aumento di lavoratori in loco con strumenti più moderni, automazione delle culture, utilizzo di droni e trattori connessi, fino ad avare 54,4 miliardi di euro di benefici.

Produzione e logistica intelligente
Con 68 miliardi di euro di benefici economici questo è il segmento che sarà più avvantaggiato dal 5G. Si va dalla logistica al trasporto di persone (aerei e treni, ma anche autostrade) sino alla produzione nei settori di energia, estrazione materie prime e soprattutto di fabbriche 4.0. Un circuito che non è stato messo assieme a caso, perché si tratta di una filiera interconnessa. Connettività, sicurezza, monitoraggio, ottimizzazione, ma anche gestione dei flussi, facilitazione del just-in-time, riduzione della congestione e delle emissioni di carbonio.

La città che cambia
Il 5G in città potrà portare in città benefici per 29 miliardi con una gestione intelligente del traffico pubblico e privato e con un potenziamento dell’efficienza energetica degli edifici.

Nuovi servizi pubblici
La rivoluzione coinvolgerà anche l’area della sanità (ospedali e medici di base), la pubblica amministrazione locale, la scuola e il turismo per 10 miliardi di euro di benefici, a cominciare dalla gestione migliore delle pratiche burocratiche, delle strutture, del supporto alla scuola, della gestione dei flussi.

Cosa serve ora
Secondo il rapporto di Analysys Mason quel che serve perché il 5G produca ricchezza è che ci siano dei casi d’uso chiari per i soggetti dell’economia, che tutte e tre le bande radio siano disponibili (700 MHz, 3,6 GHz e 26 GHz ovvero onde millimetriche) e che parte del Recovery fund venga usato per il 5G.

Il vero problema nasce però dal modo nel quale verranno divisi i costi e i benefici. In Europa il grande magnete del 5G sarà la Germania, che vedrà premiate le sue industrie (soprattutto nel settore della produzione e logistica) con benefici per 38 miliardi di euro a fronte di poco più di 6 miliardi di spesa per investimenti. Segue la Francia, con 15,5 miliardi di benefici e 4 miliardi di spesa. Terza la Gran Bretagna, con 13 miliardi di euro di benefici e 3 miliardi di spesa.

L’Italia è in ottava posizione nella classifica, dopo la Spagna (sesta) e non ha un buon rapporto benefici e investimenti: 7,6 miliardi i primi a fronte di 6,6 miliardi di spesa. Pesa il costo per realizzare una infrastruttura 5G completa, a causa di orografia difficile, tantissimi piccoli e piccolissimi centri, tasse elevate, normative locali e opposizioni di vario genere. La soluzione, in Italia e nel resto d’Europa, sostengono quelli dei Analysys Mason, è in una serie di direttive che semplifichi i processi di realizzazione delle reti ed elimini alcuni ostacoli burocratici.

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