Skip to content

5G, la sfida è adesso: emendamento per alzare i limiti elettromagnetici

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

(Teleborsa) – Alzare i limiti all’elettrosmog e adeguarli così al resto d’Europa, accelerando lo sviluppo delle reti 5G e bilanciando competitività e sicurezza. Questioni mai come ora strategiche per il nostro Paese, specie in ottica ripresa post- pandemia per segnare il necessario quanto urgente cambio di passo.

A riportare il tema al centro del dibattito, un emendamento targato Italia Viva al disegno di legge che dispone la conversione del decreto-legge del 31 maggio, che ha per oggetto la governance del PNRR e le “prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

La proposta, in particolare, prevede di inserire un comma che, di fatto, “rottama” la normativa attuale sui limiti italiani – decisamente stringenti – all’elettromagnetismo (6 volt/metro nelle aree con una forte densità di persone).

Accelerare la roadmap delle installazioni, abbattendo, al contempo, gli ostacoli burocratici legati all’elevato numero di antenne: questo il doppio binario sul quale viaggia l’emendamento a firma Marco Di Maio, Luciano Nobili e Silvia Fregolent che punta dritto a una crescita sotto il segno di sostenibilità e innovazione.

Nel recente passato, sulla questione si era espresso anche Vittorio Colao che nella relazione inviata all’allora Premier Giuseppe Conte aveva sottolineato la necessità di “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio”.

Senza contare che a fine marzo, era arrivata anche l’indicazione dell’Antitrust che nella segnalazione inviata in Parlamento per la messa a punto della legge annuale sulla concorrenza aveva sollecitato proprio sul “superamento degli attuali limiti elettromagnetici imposti alle TLC” .

Articolo a cura della redazione Quifinanza

Potrebbe interessarti anche...

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *