(Teleborsa) – Alzare i limiti all’elettrosmog e adeguarli così al resto d’Europa, accelerando lo sviluppo delle reti 5G e bilanciando competitività e sicurezza. Questioni mai come ora strategiche per il nostro Paese, specie in ottica ripresa post- pandemia per segnare il necessario quanto urgente cambio di passo.
A riportare il tema al centro del dibattito, un emendamento targato Italia Viva al disegno di legge che dispone la conversione del decreto-legge del 31 maggio, che ha per oggetto la governance del PNRR e le “prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
La proposta, in particolare, prevede di inserire un comma che, di fatto, “rottama” la normativa attuale sui limiti italiani – decisamente stringenti – all’elettromagnetismo (6 volt/metro nelle aree con una forte densità di persone).
Accelerare la roadmap delle installazioni, abbattendo, al contempo, gli ostacoli burocratici legati all’elevato numero di antenne: questo il doppio binario sul quale viaggia l’emendamento a firma Marco Di Maio, Luciano Nobili e Silvia Fregolent che punta dritto a una crescita sotto il segno di sostenibilità e innovazione.
Nel recente passato, sulla questione si era espresso anche Vittorio Colao che nella relazione inviata all’allora Premier Giuseppe Conte aveva sottolineato la necessità di “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio”.
Senza contare che a fine marzo, era arrivata anche l’indicazione dell’Antitrust che nella segnalazione inviata in Parlamento per la messa a punto della legge annuale sulla concorrenza aveva sollecitato proprio sul “superamento degli attuali limiti elettromagnetici imposti alle TLC” .
Articolo a cura della redazione Quifinanza
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