Presentati i risultati dell’analisi «Smart Italy 5G» del Centro Studi Tim. Calcolato il contributo sul Pil fino al 2040
Un contributo positivo sul Pil italiano di 393 miliardi di euro entro il 2040, di cui 160 miliardi generati dai servizi per le persone (componente human) e i restanti 233 dai servizi realizzati con l’Internet of Things (oggetti connessi). Numeri dietro cui c’è un aumento della produttività dell’1% nel manifatturiero, benefici che si scaricheranno sui settori più disparati, ma anche sulla sanità e sull’ambiente.
La trasformazione del 5G
È il Centro Studi Tim a scattare la fotografia sul contributo economico del 5G sull’economia italiana con uno specifico studio: “Smart Italy 5G”. «Stiamo parlando di un una rivoluzione rispetto alle precedenti generazioni. Sta migliorando le prestazioni sotto i punti di vista. Sta entrando nella nostra vita, ma cambierà le nostre attività. E avviene in un momento particolare della nostra storia, in un’Italia alle prese con la transizione digitale», ha spiegato Carlo Nardello, Chief Strategy, Business Development & Transformation Officer Tim. «Il 5G rappresenta una trasformazione che riguarda telefonia mobile e fissa che ci permetterà di fare non solo meglio alcune cose, ma “altre cose” dal punto di vista umano, sociale e comportamentale. E molte di queste scoperte le faremo nel tempo. Noi come Tim vogliamo farlo in una posizione di leadership sul mercato», ha aggiunto dal canto suo Stefano Siragusa, Chief Revenue Officer di Tim.
Investimenti e partnership
La commercializzazione dei servizi è stata avviata in 25 Paesi dell’Unione Europea (su 273 totali). La Commissione Ue, sottolineando la rilevanza delle tecnologie digitali durante la pandemia, ha esteso i target di copertura del 5G a tutte le aree abitate (Digital Compass 2030). La rivoluzione del 5G passa comunque attraverso investimenti e uno sforzo per nulla banale. E a testimonianza di come il processo sia impegnativo ci sono le tante partnership che vedono come protagonisti gli operatori. In Italia, oltre a Tim e Vodafone, Wind Tre e Fastweb, Tiscali e Linkem hanno siglato accordi per la realizzazione della rete 5G. Al di fuori dei confini nazionali, nel Regno Unito Vodafone ed O2 hanno siglato un accordo per condividere l’infrastruttura di rete, analogamente in Spagna Masmovil ed Orange Spain, in Belgio Proximus ed Orange. In Germania DT, Telefonica Deutschland e Vodafone hanno sottoscritto una lettera di intenti per la condivisione delle reti. In UK, anche per estendere la copertura mobile del 4G e condividere gli investimenti, quattro operatori mobili, con il supporto governativo, hanno creato la “UK shared rural network”.
I punti di forza del 5G
Velocità e bassa latenza sono i punti di forza del 5G con cui la nuova tecnologia promette di farsi spazio sul mercato. Si parla di una velocità massima in download di 20 Gbps, a fronte di 2 Gbps del 4G e tempi di risposta (latenza) ridotti dai 10-50 millisecondi del 4G a 1-4 millisecondi. Lo studio di Tim – con stime basate sull’applicazione del modello econometrico della GSMA1 e di Frontiers Economics2 e che seguono il criterio di determinazione dei benefici 5G elaborato dalla Commissione Ue – entra poi nel dettaglio dei vari settori.
I benefici per la Sanità
Nel settore sanitario, ad esempio, i benefici si attesteranno sul miliardo annuo a partire dal 2025, di cui 150 milioni di contenimento costi per prevenzione, 790 milioni di risparmi sul monitoraggio clinico, 32 milioni di risparmi sulle polizze e circa 4 milioni di maggiore efficienza ed efficacia nelle spese di ricerca e sviluppo farmaceutico. Di certo il 5G offrirà la grande opportunità per la trasformazione digitale della sanità. Tra i principali casi d’uso già sperimentati spiccano la telechirurgia, l’ambulanza connessa, il telemonitoraggio strumentalmente assistito e il teleconsulto in alta definizione. Secondo un sondaggio realizzato nel 2020 da SWG per Operazione Risorgimento Digitale – la grande alleanza di istituzioni e imprese promossa da Tim per favorire la diffusione della cultura digitale nel Paese – il 65,9% degli italiani ritiene che la diffusione del 5G potrà incrementare l’uso dello smart watch e degli altri dispositivi indossabili, che possono fornire un valido supporto per la prevenzione e il monitoraggio degli stili di vita attraverso il rilevamento dei dati biometrici, in particolare nella fascia d’età oltre i 55 anni (76,4% del campione).
Articolo a cura di Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore
No comment yet, add your voice below!