È la quinta generazione della telefonia mobile. La nuova tecnologia servirà ad accelerare la crescita economica del Paese
Dei circa 24 miliardi di euro (23,89) previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per la digitalizzazione del sistema produttivo e l’innovazione tecnologica, due miliardi di euro (8,5%) sono destinati al cosiddetto “Piano Italia 5G“, per la diffusione in Italia della telefonia mobile di quinta generazione. Si tratta di una tecnologia che stravolgerà il modo di affrontare i problemi di connettività, superando i limiti delle attuali connessioni.
A beneficiare della nuova rete 5G (acronimo di 5th Generation) saranno le imprese, ma anche i singoli cittadini. La nuova tecnologia dovrebbe riuscire a raggiungere anche aree del Paese dove oggi esiste meno copertura. E dovrebbe consentire lo sviluppo di nuovi servizi per l’automazione industriale, il turismo, la telemedicina, le smart city, il settore automotive, il monitoraggio industriale. La distribuzione del 5G a livello globale in realtà è stata già avviata nel 2019 e solo in Italia il nuovo mercato ha un potenziale di 5 milioni di utenti (entro il 2021).
Lo rivela uno studio elaborato da Ericsson (“Five ways to better 5G”) effettuato sui dati ottenuti dalle risposte di mille intervistati, di cui 215 early user, tra lo scorso dicembre e il mese di febbraio. La quota di consumatori che è pronta a passare al 5G in Italia è pari al 27 per cento. Un dato maggiore rispetto ad altri paesi europei come Germania, Francia o Regno Unito.
Il “Piano Italia 5G” ha lo scopo di indirizzare le iniziative pubbliche finalizzate alla realizzazione di reti mobili a elevate prestazioni e si pone in un’ottica complementare e sinergica rispetto al percorso già avviato di sviluppo delle reti 5G sul territorio nazionale. Le misure contenute nel Piano, inoltre, vanno nella stessa direzione di quanto previsto nei documenti “Gigabit Society” e “Digital Compass” dove sono presentati visione, obiettivi e modalità da perseguire per raggiungere gli obiettivi della trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030.
In tutto questo scenario, il Pnrr rappresenta un’importante occasione per l’Italia, il cui successo dipenderà dalla capacità di cogliere e implementare le riforme strutturali. Il processo di digitalizzazione, in tal senso, può essere visto come driver per riformare il Paese, modernizzarlo e consentire allo stesso tempo di recuperare il gap nei confronti dei competitor internazionali. Gli operatori di telecomunicazioni, e più in generare i player dell’ecosistema Ict, saranno tra gli attori fondamentali per attuare una buona parte dei cambiamenti previsti.
Articolo a cura di Roberto Zarriello, La Repubblica
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