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Economia digitale, dal 5G un contributo al Pil di oltre 390 miliardi di euro

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Secondo un report condotto dal centro studi di Tim, nei prossimi 20 anni l’utilizzo della nuova tecnologia da parte delle persone genererà 160 miliardi di attività economica aggiuntiva. Altri 233 miliardi in arrivo dall’Internet of Things

Tra il 2020 e il 2040 il 5G genererà un contributo cumulato complessivo sul prodotto interno lordo italiano pari a circa 393 miliardi di euro. Un valore pari a circa un quinto del valore economico prodotto ogni anno dall’economia del Belpaese fino al 2019. È questa la più importante previsione contenuta nel rapporto Smart Italy 5G – I benefici del 5G per l’economia italiana, elaborato dal centro studi Tim e curato da Michele Palermo Guido Ponte, secondo il quale l’apporto della componente “umana” (Human) sarà pari a 160 miliardi, mentre quella da addebitarsi agli oggetti connessi (Internet of Things) arriverà a 233 miliardi.A livello mondiale, tra il 2020 e il 2030, il 5G contribuirà con 600 miliardi di dollari alla crescita economica, un valore pari al 2,1% del totale. Si tratta di una netta accelerazione rispetto alla tecnologia precedente, il 4G, che si era fermato all’1,1%. In Italia, come in tutti gli altri Paesi, Il 5G avrà un impatto importante sulla maggior parte dei settori industriali: da quello manifatturiero ai servizi, passando per il retail.

Nello specifico lo studio di Tim analizza le potenzialità del 5G in settori quali la sanità, che vede aprirsi grandi opportunità nel campo della telemedicina, il comparto manifatturiero, che beneficerà del 5G soprattutto in termini di automazione e controllo da remoto, l’automotive, la logistica e i trasporti e le utility. “L’impatto economico si riversa sui settori industriali coinvolti dal 5G e sul welfare collettivo grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro e la fiscalità aggiuntiva generata – scrivono gli esperti di Tim – Nei prossimi anni il 5G sarà un abilitatore che permetterà lo sviluppo di nuovi mercati legati ai servizi digitali abilitati dalle nuove connessioni mobili. Un esempio è lo sviluppo del mercato della realtà aumentata per operazioni legate a processi manifatturieri e di manutenzione, ma anche per differenziare l’offerta turistica e culturale. Pensiamo anche a servizi nuovi per lo sport e l’entertainment, in stadi o durante i concerti, come ad esempio la realtà immersiva. Anche il gaming, grazie allo sviluppo del cloud gaming basato su servizi 5G, potrebbe diventare un altro tema centrale”. Lo sviluppo del 5G giocherà un ruolo chiave per la digitalizzazione del Paese dal momento che ogni impresa sarà messa nelle condizioni di utilizzare servizi digitali, in modo da poter tornare ad essere competitivi a livello internazionale. La Commissione europea stima che il 5G genererà 377mila nuovi posti di lavoro tra il 2020 e il 2025 (previsione pre-pandemia), senza tenere conto dei nuovi settori già citati. Le previsioni del centro studi Tim si basano sui dati già acquisiti, ovvero sull’impatto che il mobile ha già avuto sulle economie sviluppate e su quelle emergenti. “I benefici economici portati dalle tecnologie mobili hanno un peso superiore nelle economie emergenti (in media 4,3% del Pil), anche se rimangono più alti a livello assoluto nelle economie sviluppate. Nel 2019 ammontavano a 1.500 miliardi di dollari, pari al 2,8% del Pil. In Europa i benefici economici apportati dal mobile costituiscono il 2,9% del Pil (sempre nell’anno 2019) per un valore pari a 570 miliardi di dollari e contribuiscono all’8% della crescita dei redditi, con un contributo addizionale pari a 550 dollari pro capite nell’arco temporale 2000-2019”.

Articolo a cura di Marco Frojo, La Repubblica

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