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5G, cloud “golden power”: la stretta del governo per tutelate gli asset strategici

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Oltre al “decreto energia” il governo entra a piedi pari su temi scottanti quali 5G, cloud e “golden power”. Come ribadito nella conferenza stampa dal premier Mario Draghi – al fianco degli interventi contro il caro carburante e bollette, benché l’esecutivo abbia comunque deciso di non toccare in via definitiva le accise della benzina, incluse quelle che risalgono alla Guerra di Abissinia (sic!) – il consiglio dei ministri ha deciso di rafforzare le norme sul “golden power”. Vale a dire i poteri speciali che l’esecutivo esercita quando un’azienda straniera compra azioni di un’impresa italiana nel quadro di settori strategici e di interesse nazionale.

I provvedimenti sul “golden power”

Secondo la disciplina, l’esecutivo è abilitato tanto a condizionare le acquisizioni azionarie quanto a vietarle, allorché ci siano in ballo interessi supremi: i settori coinvolti ormai sono molteplici, dalla salute, all’Intelligenza Artificiale senza escludere ovviamente microprocessori, la robotica. Ebbene, con il Decreto del 18 marzo arriva una stretta ancora più incisiva. Del resto, nell’ultima al Parlamento di febbraio 2022, il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica aveva segnalato una crescita esponenziale delle acquisizioni di aziende strategiche nazionali per mano straniera: al 31 dicembre 2021 ne risultavano 496 (di cui 458 istruttorie già concluse), a fronte delle 341 dell’intero 2020 con un incremento pari al 45% rispetto all’anno precedente.

5G e protezione dei dati

Non solo: il raggio d’azione e di intervento si è esteso ad altre tematiche a dir poco decisive. In primis, il progetto del cloud della Pubblica Amministrazione, bacino incredibile di tutti i dati sensibili e non, che merita di essere tutelato a dovere. E, sempre in materia di protezione, il governo non ha nascosto i timori che software informatici e anti-virus russi possano arrivare a veicolare attacchi hacker. Di qui l’incoraggiamento ad attuare pratiche prudenziali per proteggere le infrastrutture digitali e dunque a diversificare le forniture. A fronte di tale interventismo strutturale, ora dovranno dunque essere varati idonei decreti applicativi da perfezionare sia con l’intesa d’intesa dei ministri competenti sia di concerto con l’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza. Dal cloud alla faccenda del 5G il passo è sufficientemente breve. E anche qui entrano in campo procedure rigide (la posizione di forza cinese è fin troppo evidente) con le aziende che dovranno presentare alla Presidenza del Consiglio un piano annuale sulla loro strategia, descrivere i beni e i servizi che interessano, nonché un programma di acquisti.

Articolo a cura di Riccardo Colletti, IGIZMO

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