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Come fare soldi con il 5G

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Per sanità, enti pubblici e automotive in particolare, la giusta allocazione delle risorse di rete potrà fare la differenza. I primi passi nel 2023, secondo Ericsson

Monetizzare il 5G è una delle priorità del settore delle telecomunicazioni e il 2022, secondo Ericsson, appare come l’anno giusto per iniziare a mettere sul terreno la strategia a medio e lungo termine. Il tema centrale riguarda gli ingenti investimenti che l’industria di settore è stata costretta a mettere sul tavolo per le licenze 5G, lo sviluppo, l’acquisto di nuove apparecchiature, l’implementazione, etc. Adesso è il momento di rimettere in equilibrio la bilancia e come conferma l’indagine Network slicing: the top 10 most profitable industries realizzata da Ericsson e la società di consulenza Arthur D. Little, il cosiddetto network slicing è senza dubbio una delle migliori opportunità per il business 5G.

Però, come spiega a Wired Massimo Basile, head of networks and managed services di Ericsson per l’Italia e il Sud Est Mediterraneo, “è solo il 5G SA (standalone, ndr) che potrà realmente attivare tutti i servizi di nuova generazione basati su prestazioni, bassa latenza, sicurezza e robustezza comprese le funzionalità di network slicing“. Nello specifico il 5G SA è la modalità che prevede per il terminale mobile il collegamento alla sola rete mobile 5G. Oggi le reti italiane sono 5G NSA (non-standalone) e per lo smartphone è previsto un collegamento sia ai componenti di rete 5G che 4G. L’ipotesi di Ericsson è che questa transizione inizi nel 2023, anche in Italia.

Cos’è il network slicing?

Il network slicing è una delle tecnologie chiave del 5G poiché consente via software di separare (a livello logico) le componenti del servizio radio-mobile in base alle esigenze. “Alcuni servizi hanno bisogno di una banda dati elevatissima magari senza troppi vincoli in fatto di ritardo, altri richiedono una latenza molto bassa ma non necessariamente alta velocità, altri ancora necessitano di profili di sicurezza molto avanzati nonché di altissima robustezza in caso di guasti o attacchi alla rete, altri ancora necessitano di scambiare pochissimi dati con una cadenza molto rarefatta“, spiega Basile.

In realtà nelle reti private avviene già qualcosa di simile se si pensa, per esempio, a quella interna di una fabbrica per il controllo dei robot meccanici oppure le reti radio private per le forze di polizia. In sintesi una slice (fetta) di rete è una “rete nella rete”. Basile ricorda che la partizione non solo comprende le componenti radio, il trasporto e la core network ma è “isolata dalle altre slice e definita dinamicamente quando necessaria, per essere disattivata quando ha esaurito il suo compito“. Tutto si traduce in grande flessibilità e programmabilità: l’effetto è di avere vantaggi qualitativi/prestazionali per il consumatore finale e nuove potenzialità di monetizzazione per gli operatori.

I settori industriali più ricettivi

Ericsson e Arthur D. Little hanno analizzato a fondo più di 70 studi di mercato globali relativi alla digitalizzazione dei principali settori industriali e circa 400 casi. “Il nostro obiettivo era identificare per i fornitori di servizi di comunicazione (Csp) il potenziale di reddito, i segmenti più promettenti e i casi d’uso, compresi quelli a breve termine, relativi al network slicing“, si legge nel documento.

Il risultato è stato eclatante: il 90% del potenziale fatturato riguarderà i settori sanità (21% delle entrate), pubblica amministrazione (17%), trasporti (15%), energia e utilities (14%), produzione (12%) e media/intrattenimento (11%).

Ericsson considera come Csp non solo gli operatori ma anche i fornitori di contenuti, applicazioni, gli operatori satellitari e quelli cloud; insomma tutti gli attori del settore comunicazioni. Con l’attivazione delle reti 5G SA le prime applicazioni di network slicing riguarderanno le chiamate di emergenza (push-to-talk), il mobile cloud gaming, il push-video mobile dei servizi di controllo della produzione, il broadcasting mobile remoto, l’assistenza medica remota di emergenza, la video-sorveglianza smart e la gestione del trasporto merci.

Ericsson ha stimato che il settore sanitario entro il 2030 possa far confluire 62 miliardi di dollari nei servizi relativi a slicing e di questi 23 miliardi riguarderebbero proprio i Csp. Nello specifico i principali candidati sono l’assistenza video-remota di emergenza, la robotica per l’assistenza dei pazienti, la medicina di precisione e la robotica riabilitativa.

Il settore pubblico invece potrebbe coagulare entro il 2030 ben 40 miliardi di dollari, di cui 19 per i Csp. In questo caso si parla soprattutto di videosorveglianza in tempo reale, internet-of-things per attività critiche, localizzazione in tempo reale di attività con arma da fuoco e comunicazioni sicure fra agenzie e dipartimenti.

Per l’automotive la cifra stimata è di 66 miliardi di dollari, di cui 23 per i Csp. In questo caso i fronti chiave sono la guida remota, la gestione dei convogli di mezzi in viaggio in colonna, il cambio di corsia automatico e la notifica in tempo reale di situazioni di pericolo. Il broadcasting dovrebbe generare circa 33 miliardi di dollari, di cui 12 per i Csp. Non meno importanti anche le produzioni e broadcasting in remoto, eventi sportivi di massa che richiedono alta banda passante, broadcasting di video tramite realtà virtuale o altre modalità, broadcasting 8K su smartphone di eventi live.

Il caso italiano

Il mercato mobile italiano è fra i più evoluti e maturi del mondo ma è ancora complicato poter prevedere come si svilupperanno i settori consumer e industriale, quando le nuove potenzialità delle reti saranno implementate. Però Basile ha qualche idea è suggerisce che in ambito consumer il cosiddetto multi-pay (da non confondere con i pagamenti) potrebbe farsi strada come già sperimentato a Taiwan con l’operatore Far East Tone e Google (Android 12). In pratica si parla della possibilità che un singolo smartphone possa associare ciascuna app a diverse slice di rete. “In questo modo ad esempio il traffico professionale potrà essere separato da quello personale, e diretto ad un punto di terminazione della intranet aziendale garantendo un livello di sicurezza superiore, ma potrà anche essere tariffato diversamente“, spiega Basile.

E questo potrebbe valere anche per l’intrattenimento videoludico, quindi approfittare di uno slicing per disporre di connessioni a bassissima latenza e alto throughput adeguati per il cloud gaming ad altissima definizione e la realtà virtuale (Vr). Senza contare risorse di edge computing in rete ideali per ridurre il carico computazionale nel dispositivo dell’utente e quindi migliorando la durata della batteria.

Il peso del manifatturiero italiano ovviamente si farà sentire anche perché si stima che l’industria 4.0 a livello globale grazie al network slicing possa raccogliere 10 miliardi di dollari al 2030. “Si possono pensare applicazioni di augmented reality per l’ispezione e la diagnostica da utilizzare in manutenzione, oppure il controllo wireless di robot ausiliari e a guida autonoma”, prosegue Basile.

Un altro fronte sarà senza dubbio quello legato a streaming e broadcasting . Perché per permettere la gestione remota di videocamere per la produzione di live feed, oggi tipicamente possibili solo in postazioni fisse o con costi particolarmente alti, serviranno banda larga e latenza ridotta. Ericsson è convinta che grazie alla rete mobile le emittenti televisive potranno ridurre i costi di produzione affidandosi alla sicurezza di una connessione realizzata mediante slice di rete isolata.

Infine la rete ferroviaria italiana da quasi quasi 17mila chilometri di binari potrebbe godere di un controllo remoto, la guida remota, la manutenzione affidata a droni controllati a distanza, la sensoristica distribuita per applicazioni di manutenzione predittiva. “Anche il virtual coupling, attraverso il quale i treni comunicano fra loro la velocità e le attività di frenata in modo da gestire dinamicamente il distanziamento lungo i binari“, conclude l’esperto.

Articolo a cura della redazione Wired

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