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WindTre e Iliad a un passo dall’alleanza per le reti 5G

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Iliad e WindTre, i due operatori insieme per co-investire sul 5G nelle aree meno popolate e a bassa redditività.

WindTre e Iliad sarebbero a un passo dall’accordo per la costituzione di una joint venture paritaria al 50%. Obiettivo portare avanti un progetto che vede entrambe le realtà operare insieme per la realizzazione di una Rete mobile nelle aree meno popolate a bassa redditività.

WindTre e Iliad, insieme per il 5G

Da tempo si parla di questa possibile alleanza tra i due operatori per portare la connettività su rete mobile nelle aree più periferiche d’Italia, che coprono il 25% della popolazione nazionale. Ma solo in queste ore la possibilità sta diventando qualcosa di concreto. La collaborazione riguarderà, come scritto, le aree remote del Paese, e servirà alle due aziende per condividere le spese per l’implementazione della rete 5G, riducendo così i costi di investimento per entrambe.

In base all’accordo, WindTre, di proprietà del conglomerato Hutchinson, farebbe convogliare 7.000 dei suoi siti mobili, che attualmente coprono il 27% del territorio, in una società controllata creata per l’occasione.

Iliad acquisterebbe poi una partecipazione del 50% nella nuova unità di rete, da strutturare come una joint venture 50-50, in un accordo che valorizzerebbe l’intera società tra 600-900 milioni di euro. D’altronde praticamente tutte le società del settore stanno cercando modi per cooperare per affrontare i pesanti costi di investimento necessari per implementare la connettività ad alta velocità.

Da quando nel 2018 si è conclusa l’asta per le frequenze del 5G in Italia, che ha portato il Governo a ottenere un incasso tre volte superiore alle aspettative, ovverosia 6,5 miliardi di euro, si è scatenata una vera e propria guerra per ottenere un vantaggio nei nuovi servizi digitali. Da allora l’inasprimento della concorrenza sui prezzi ha portato a un calo costante dei guadagni. I ricavi del settore delle telecomunicazioni nel paese sono diminuiti di quasi un terzo tra il 2010 e il 2020, secondo il gruppo industriale italiano Asstel, con pressioni al ribasso sui prezzi in crescita.

Articolo a cura di Massimo Reina, Webnews

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