Essenziali anche competenze e cybersicurezza. Benefici di breve e lungo termine per le imprese che investono, anche se per ora sono soprattutto le grandi. Voucher per le soluzioni più innovative e agevolazioni fiscali per le reti private aziendali potrebbero colmare il divario con le Pmi
La transizione digitale e green in Italia viaggia a due velocità, con le grandi aziende che già ripensano la propria governance ie le piccole e medie imprese (Pmi) che vivono invece la sostenibilità come onere. La connettività 5G, in particolare per l’IoT e le applicazioni di energy management, emerge in questo contesto come lo strumento principe sia per realizzare la duplice transizione al centro del Pnrr sia per colmare il divario tra grande e piccola impresa. Sono queste le conclusioni dello studio “Le transizioni gemelle: digitale e sostenibilità alleati per cambiare l’Italia” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group (società benefit di business advisory) nell’ambito di Futur#Lab, il progetto nato dalla collaborazione tra I-Com e WindTre.
Le grandi aziende, si legge nel report, tendono a vedere la sostenibilità ambientale come una necessità ineludibile e si attendono benefici in termini di resilienza e valore per l’impresa e tutti gli stakeholder, mentre le Pmi, salvo eccezioni, vivono la sostenibilità ambientale come un obbligo difficile da affrontare con le proprie risorse.
Tra i fattori che avranno il maggior impatto in termini di sostenibilità ambientale e sociale le aziende mettono al primo posto il cloud computing, le competenze digitali e la cybersecurity, insieme alla dematerializzazione, all’automazione e alla flessibilità dei processi.
La ricerca avanza alcune proposte per il governo, come quella di finanziare voucher per l’acquisto di tecnologie ad alte prestazioni e sostenibili da parte delle imprese e della Pa, di prevedere vantaggi fiscali per le reti private aziendali 5G e incentivare l’adozione di servizi di cybersicurezza da parte delle aziende.
Serve lo sprint sul 5G
La ricerca di I-Com parte da una serie di interviste effettuate nel mese di giugno 2022 a sei tra i principali player del settore delle telecomunicazioni e dell’Ict sul livello di impegno sulla sostenibilità e i connessi strumenti digitali, nonché sulla correlazione tra sostenibilità e digitale.
Nella doppia transizione digitale e green la connettività, in particolare 5G, ha un ruolo fondamentale perché è in grado di abilitare l’uso dell’IoT e della domotica: entro il 2026 la copertura delle reti di nuova generazione raggiungerà il 95% del territorio italiano.
A livello di diffusione di reti di nuova generazione, prosegue il report, l’Italia risulta indietro rispetto ai Paesi più avanzati in termini di copertura 5G standalone, che a maggio 2021 raggiungeva appena il 7,3% del territorio nazionale. Fortunatamente, le intenzioni di investimento degli operatori mostrano per il 2026, anche senza intervento pubblico, una copertura del 95% del territorio nazionale, con le regioni del Mezzogiorno che presenterebbero una copertura vicina al 100%.
Impatto green da cloud, competenze e cybersecurity
La ricerca ha approfondito anche l’esistenza di sinergie tra l’agire responsabilmente e le operazioni di digital transformation di pratiche, prodotti e servizi. Per quanto concerne le tecnologie che avranno il maggior impatto in termini di sostenibilità ambientale e sociale, le aziende mettono al primo posto il cloud computing, le competenze digitali e la cybersecurity, insieme alla dematerializzazione, all’automazione e alla flessibilità dei processi.
Rispetto alla sostenibilità dei prodotti e dei servizi digitali offerti dalle aziende intervistate i benefici risultano essere molteplici, e spaziano dalle infrastrutture e dalle tecnologie abilitanti fino a servizi con diversi livelli di avanzamento.
Secondo lo studio, le tecnologie digitali svolgono già adesso un ruolo essenziale per accelerare la transizione verso modelli di sostenibilità grazie a un cambiamento culturale e organizzativo, accompagnato e favorito dalle istituzioni. In particolare, appare fondamentale sostenere le piattaforme cardine della digital transformation, ovvero la realizzazione dell’infrastruttura 5G per l’abilitazione dei servizi propri dell’IoT e dei relativi vantaggi in termini di efficienza e sostenibilità, e lo stimolo all’uso del digitale applicato al tema della decarbonizzazione mediante politiche che favoriscano l’efficientamento degli spostamenti, la dematerializzazione dei processi, la gestione più efficiente delle operations (es. data center) e l’incremento delle attività di monitoraggio e valutazione degli impatti.
Le proposte: sgravi fiscali per le reti private aziendali 5G
Una proposta centrale, secondo lo studio, è quella di finanziare voucher per l’acquisto di tecnologie con prestazioni più alte e impatto positivo sulla sostenibilità sia da parte delle imprese finali che degli enti che fanno capo alla PA. A livello aziendale, potrebbe essere utile prevedere vantaggi fiscali per le reti private aziendali 5G, ad esempio con tecnologie Sd-Wan, in particolare per l’automazione dei processi industriali nell’ottica Industria 4.0 / Transizione 4.0.
Infine, anche alla luce dell’istituzione dell’Agenzia per la cybersecurity e la pubblicazione della strategia per la cybersicurezza, potrebbe essere opportuno incentivare l’adozione di servizi di cybersicurezza da parte delle aziende (anche non strategiche), in particolare offerti in cloud, così da estendere e rafforzare il livello di fiducia nell’innovazione che le istituzioni stanno cercando di implementare per i servizi essenziali dello Stato con la previsione del perimetro di sicurezza cibernetica. In questa direzione anche la proposta, rimarcata da diverse aziende rispondenti, di lanciare una campagna di comunicazione istituzionale per promuovere la cultura digitale e diffondere una corretta informazione sul 5G.
L’indagine “Le transizioni gemelle: digitale e sostenibilità alleati per cambiare l’Italia” è stata presentata a Roma nel corso della seconda tavola rotonda di Futur#Lab alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente I-Com Stefano da Empoli, il direttore External Affairs and Sustainability di WindTre Roberto Basso, la presidente di Join Group Alessandra Bucci e il direttore dell’area digitale di I-Com Lorenzo Principali.
Futur#Lab è il progetto nato dalla collaborazione tra I-Com e WindTre con l’obiettivo di contribuire agli scenari telco in Italia e al ruolo fondamentale del settore nell’accompagnare la transizione digitale, anche nella cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Articolo a cura di Patrizia Licata, CorCom
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