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No, il 5G non emette più radiazioniimpatto minore sulla popolazione rispetto ai suoi predecessori

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Temuta e persino ostacolata. La nuova tecnologia per la telefonia mobile ha raccolto scetticismo e proteste.
Un recente studio la scagiona: è un’evoluzione tecnologica con un impatto minore sulla popolazione rispetto ai suoi predecessori

ZURIGO – Nuove misurazioni su suolo elvetico hanno finalmente messo nero su bianco in che misura siamo esposti alle radiazioni dei cellulari. Esperti dell’Istituto tropicale e di sanità pubblica svizzera di Basilea (Swiss TPH) hanno visitato centri urbani, aree industriali ed edifici pubblici, ma anche quartieri più tranquilli e piccoli paesi. Con dispositivi portatili, hanno effettuato misurazioni su treni e locali pubblici. I risultati sono positivi: l’esposizione alle radiazioni non ionizzanti (NIR) è complessivamente moderata nel nostro Paese. In luoghi accessibili a tutti e molto frequentati si raggiunge un massimo del 15% del valore limite prestabilito.

Le radiazioni stanno diminuendo – «In linea generale l’esposizione è oltre 100 volte più bassa rispetto a limite previsto per le radiazioni dei telefoni cellulari», spiega Martin Röösli di Swiss TPH al Tagesanzeiger. I dati non sorprendono l’epidemiologo ambientale. Ciò che però lo ha lasciato stupito è che negli anni il valore sta diminuendo. «Nel 2014 avevamo effettuato gli stessi rilevamenti in 49 delle 75 aree esaminate. Nel 2021 i valori riscontrati sono risultati inferiori quasi ovunque».

Merito del 5G – Tutto ciò appare ancor più strano se si pensa che il volume dei dati trasmessi è aumentato così come lo sono anche le antenne (+38%). Il miglioramento, dunque, può essere attribuito solo al progresso tecnologico, ad esempio grazie alle nuove antenne 5G. Queste permettono di irradiare il segnale specificamente dove necessario.

«Più la telefonia mobile si modernizza, minori sono le radiazioni», afferma Christian Grasser, amministratore delegato dell’Associazione svizzera delle telecomunicazioni (Asut). Il settore ora si augura che questi dati aiutino a «oggettivare il dibattito, a volte impostato su sensazioni piuttosto che su dati concreti».

Molta resistenza verso le nuove tecnologie – A tal proposito il consigliere nazionale dei Verdi Michael Töngi ribatte: «Si ha sempre l’impressione che l’altra parte non sia obiettiva». Il lucernese, tra le altre cose, è membro del comitato SaferPhone, che intende ridurre l’esposizione generale dell’uomo, degli animali e dell’ambiente ai NIR. Grasser assicura che il 5G in questo senso offrirà un contributo importante. In effetti le società di telecomunicazione stanno cercando di ammodernare gli impianti esistenti. Non mancano però le resistenze. Attualmente sono più di 3100 le procedure di approvazione bloccate in tutta la Svizzera. «Non stiamo facendo progressi», ammette il Ceo di Asut.

L’ok del Governo – Anche il Governo sostiene una rapida espansione della rete 5G. «Ci offre più prestazioni, ma anche vantaggi in termini di protezione dalle radiazioni», ha sottolineato la consigliera federale Simonetta Sommaruga al Vertice svizzero delle telecomunicazioni di giugno.

È tempo di cambiare opinione su questa tecnologia? Ne è convinta anche la consigliera nazionale Katja Christ (Verdi liberali): «Le persone hanno spesso difficoltà ad abbandonare le proprie paure. E a volte valutano male le possibilità che ci offrono la scienza e la tecnologia».

Articolo a cura di Davide Milo, Tio 20 minuti

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